Love You To

Love You To
ArtistaThe Beatles
Autore/iGeorge Harrison
GenereRaga rock
Rock psichedelico
Edito daParlophone
Pubblicazione originale
IncisioneRevolver
Data1966
Durata3 min 01 s (stereo) 3 min 13 s (mono)

Love You To è un brano musicale dei Beatles, composto da George Harrison, e contenuto nell'album Revolver del 1966. La canzone presenta strumenti della musica classica indiana quali sitar e tabla. Dopo l'utilizzo del sitar in Norwegian Wood nel 1965, questa fu la prima canzone dei Beatles a riflettere pienamente la fascinazione di George Harrison per la musica indiana. La registrazione venne effettuata con minima partecipazione da parte degli altri Beatles; Harrison, si avvalse della collaborazione di Anil Bhagwat e di altri musicisti indiani dell'Asian Music Circle di Londra.

La composizione emula lo stile di canto tradizionale "khyal" della musica classica indù. Per l'ispirazione musicale, Harrison trasse giovamento dal lavoro del maestro di sitar Ravi Shankar, che divenne il suo maestro per quanto riguardava lo strumento poco tempo dopo il termine della registrazione del pezzo. Dal punto di vista testuale, Love You To può essere definita in parte una canzone d'amore dedicata da Harrison alla moglie, Pattie Boyd, e in parte una rielaborazione di concetti filosofici ispirati alla sperimentazione di allucinogeni come l'LSD.[1][2] Nel contesto della sua pubblicazione, il brano fornì uno dei primi esempi nei Beatles dell'espressione di una ideologia allineata con l'emergente controcultura degli anni sessanta.

Love You To ricevette lodi da critici e musicologi grazie al suo inedito connubio tra musica pop occidentale e musica classica indiana, particolarmente riguardo alla sua autenticità lontana da ogni parodia. Tra gli ammiratori della canzone anche il compositore Luciano Berio, che, nel saggio Commenti al rock (1967), ne traccia una breve analisi finalizzata a metterne in luce l'originalità: "In Love You To [...] i Beatles usano esplicitamente uno dei tanti modi indiani [...] sviluppando, su un pedale (drone), due linee melodiche quasi irriducibili ai criteri convenzionali dell'armonia tonale. Il carattere autonomo di queste linee produce talvolta un senso di pacifica pluralità che ha ben poco in comune con i modelli consueti delle canzoni."[3] Ronnie Montrose, Bongwater, Jim James e Cornershop sono tra gli artisti che hanno reinterpretato la canzone.

  1. ^ Hertsgaard, 1996, pag. 184
  2. ^ Rodriguez, 2012, pag. 66
  3. ^ Luciano Berio, Scritti sulla musica, Torino, Einaudi, 2013, p. 114.

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